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L'angolo (Radio)Tecnico

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L'angolo (Radio)Tecnico
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radio raymec

Help.
ho appena finito di riassettare una radio di una marca di cui non mi riesce di trovare in rete alcuna informazione.
E' una RAYMEC con il solo modo AM.
qui dovreste poter vedere una foto.
http://img1.jpegbay.com/gallery/003119897/1_m.jpg?1382028852973
Il contenitore è di legno ricoperto in vinile. ha solo il volume e la sintonia, più una presa per antenna filare.
All'interno 6 transistor di tipo che io non avevo mai visto: sono molto grandi, in plastica )o forse resina) marrone scura con delle sigle sopra che non riconosco, direi cmq sicuramente al germanio. L'alimentazioen è duale con due batterie da 4,5 V (quelle con le linguette)
Qualcuno di voi la consosce? avete qualche informazione sul produttore? da che paese arriva?
Grazie infinite a chiunque riuscirà a darmi informazioni.
La mia mail è andrea.vignoli@alice.it

PS: Sono nuovo del forum spero di non aver fatto errori o off topic

Re: radio raymec

Ciao,
direi nessun errore e niente di "off topic", stai tranquillo...
Se hai dato un'occhiata non troppo superficiale a questo sito, avrai già scoperto che il suo "creatore" Leonardo ha perfino scritto un libro che s'intitola "Radio a transistor!"

Premetto che i miei interessi e la mia esperienza sono decisamente concentrati sulle radio a valvole (ma mi sto evolvendo...) e spero che qualcuno di più "qualificato" legga il tuo "post".
Purtroppo non posso fornirti la risposta che cerchi ma solo qualche indicazione generica.
Ricordo che delle radio molto simili si vendevano nei tardi anni Sessanta nella cosiddetta "Shanghai genovese", quella malfamata ma "commerciale" e vivacissima Via Pré che ormai è solo un ricordo sbiadito. Oggi semideserta anche di giorno e quasi in stato di abbandono, ai tempi frequentatissima da persone di mezza Italia in cerca di alta tecnologia (per quei tempi..) a costi contenuti.
Era una zona dell'angiporto letteralmente piena di negozietti e bancarelle traboccanti di radio a transistor e altre novità elettroniche di... "importazione parallela" (diciamo così...), molte introvabili altrove in Italia (se non in luoghi simili a Napoli) perché non importate "per vie normali".
Quindi questa sarebbe una radio giapponese o dell'Estremo Oriente? Non è detto, anzi...
In mezzo ai "veri" prodotti d'avanguardia che provenivano effettivamente dal Giappone, ne spiccavano non pochi di "taroccati", come si direbbe oggi.
A Genova circolava la voce che "nei carrugi" (vicoli del Centro Storico) esistesse un piccolo laboratorio semiclandestino gestito da oriundi napoletani che montava apparecchi radio a transistor e che per renderli più vendibili li marcasse con nomi di fantasia, richiamandosi per lo più (ma non sempre) a delle "vere" marche giapponesi o americane.
Potemmo scambiare "Genova" con "Napoli", "Via Pré" e "carrugi" con "Quartieri Spagnoli" , "oriundi napoletani" con "gente del luogo" e otterremmo un'altra comune credenza di quei tempi... forse ancor più fondata e verosimile!
Molti assicuravano che questa fosse la provenienza, ad esempio, delle radio "Sankjo" (con la "j"), nome che riecheggia chiaramente sia la ben nota e prestigiosa Sanyo sia la meno conosciuta Sankyo. Francamente non ne sono mai stato del tutto convinto: a parte alcuni modelli portatili di medie dimensioni (cioè come il tuo esemplare) che all'interno rivelavano una sicura costruzione "semi-artigianale", molte non sembravano diverse da un normale prodotto industriale dell'Estremo Oriente, almeno per quanto riguardava il circuito. Niente, insomma, che fornisse una prova indiscutibile di completa "italianità" di questo marchio.
Dopo questa lunga premessa...
Non so se la tua radio appartenga a questa "categoria".
Il fatto che monti dei transistor "strani", grandi e di colore inusuale lascerebbe supporre che sia di fabbricazione estera, diciamo pure non europea. Io non azzarderei ipotesi più specifiche e non è nemmeno detto che sia così.
L'esame interno fornirebbe senz'altro indicazioni utili; ad esempio:
- che sigle hanno i transistor? Anche se sono davvero "strane" e per te non significano nulla, ad altri potrebbero dir qualcosa.
- a parte i transistor, gli altri componenti sembrano di produzione orientale, in particolare il condensatore variabile e i diodi (ma non solo)?
- il montaggio è su circuito stampato? Quanto sembra "professionale"?
Molte radio a transistor "artigianali italiane" che hanno l'aspetto della tua erano realizzate con montaggio filare, in pratica come i vecchi apparecchi a valvole. A dire il vero questo accadeva anche per alcune radio di buone marche non italiane della metà degli Anni Sessanta (pochissime, però) ma le giapponesi e le "orientali" in genere, per quanto ho visto finora, erano tutte montate su circuito stampato.
E poi, se il diodo rivelatore fosse un "OA", il condensatore variabile non miniaturizzato e di fattura europea, i condensatori di qualche nota marca italiana... bé, sarebbero prove di una sicura "paternità" nazionale!
Insomma, temo che la sola foto dell' esterno di questa radio serva a poco...
Ti consiglio di caricare delle foto del circuito, degli strani transistor e di altri componenti nella "community" di questo forum (oppure altrove, purché tu fornisca i "link"): con il loro aiuto, qualche frequentatore di questo forum ben più esperto di me forse potrà dirti di più su questa radio.
Dubito però che si possa arrivare a stabilire con certezza quale Ditta (o "entità assimilabile"...) l'abbia prodotta.
Ma non si sa mai, ho già assistito ad altri "miracoli"...

Saluti

Gian Lorenzo

Re: radio raymec

Grazie per la risposta. La tua intuizione su Via Pre è abbastanza centrata. La radio l'ho trovata in un mercatino ad arquata scrivia, che dista poche decine di chilometri da genova.
L'impressione che ne ho avuto io è di un prodotto molto artigianale, sicuramente fatto su piccoli numeri di produzione. Il variabile è grande, con cuscinetti, il classico variabile tutto metallico da radio a valvole.
Posterò sicuramente una foto dell'interno. grazie ancora per la discussione!
Andrea

Re: radio raymec

foto (putroppo un pò piccola, ne manderò altre) dell'interno.
http://img1.jpegbay.com/gallery/003121915/1_f.jpg

Re: radio raymec

Innanzitutto un grosso saluto a tutti.
Da un po' (troppo?) tempo non scrivo più sul forum, ma solo per mutata disponibilità di tempo. Continuo però a leggervi nei momenti liberi.

- fine dell'off topic-

Da quel poco che vedo dalla foto piccola non mi sembra una piastra di produzione orientale, anche se per una diagnosi "sicura" serve sicuramente una foto migliore.
Per inciso quei condensatori elettrolitici col fondello colorato rosso da una parte e blu-verdastro dall'altra li ho già visti su qualche apparecchio che mi è passato per le mani. Non ricordo il tipo però. Anche i resistori mi sembrano diversi da quelli made in Japan.

Prova a postare qualche sigla dei transistor presenti sul circuito: la sigla ne svela l'origine. Ai primordi dei semiconduttori sono stati prodotti transistor dalle sigle e dalle fogge più strane, prima di approdare agli standard dei componenti più recenti. Per avere giusto un'idea della vastità delle tipologie prova a cercare in Rete (c'è in PDF e gratis) un opuscolo intitolato "40000 Transistor" che, lungi dall'essere completo, può dare almeno l'idea.

La radio funziona?

à bientôt

d.c.

Re: radio raymec

Sì, in effetti, noi genovesi qualificavamo spregiativamente questo tipo di radio come "Made in Via Pré" per sottolinearne la presunta inaffidabilità. Chi le vendeva le dichiarava come "giapponesi di importazione parallela", quindi senza libretto delle istruzioni e senza tagliando di garanzia, offerta solo verbalmente dal venditore ("se si guasta entro un anno, me la riporti pure")... e vai a capire da chi e dove fossero davvero prodotte!
Bé, la tua foto è piccolina e poco definita, ancora poco per pronunciare una sentenza definitiva.
Quel che vedo, però, anche a me pare davvero lontanissimo da una fattura "orientale" e industriale.
Il variabile mi sembra un noto "clone" anonimo d'un allora diffusissimo modello "miniaturizzato" (per i criteri italiani dell'epoca...) della Ducati.
L'altoparlante è chiaramente un altro "classico": per strutura e dimensioni, il tipo più comune in assoluto (a volte lo si trova marcato, altre no) nei piccoli apprecchi italiani di quei tempi, non solo a transistor.
Per inciso, era più ingombrante degli altoparlanti giapponesi "da transistor" ma in compenso aveva una resa acustica migliore.
Anche il trasformatore d'uscita che mi pare di distinguere è piuttosto grande e ha un'aria "nostrana"; direi realizato specificamente per una piccola serie di radio ma impiegando nuclei e supporti di normale disponibilità.
Il potenziometro di volume non si vede per niente bene... Ma è di tipo miniaturizzato oppure no? Per quel poco che si capisce, potrebe essere anche il classico modello italiano "Lesa" o analogo con interruttore realizzato in una calotta di bachelite nera montata sul fondo.
Anche il resto della componentistica mi pare compatibile con quel di cui si disponeva all'epoca in Italia, indipendentemente da quale ne fosse il Paese d'origine.
Pur senza poterne esaminare le piste, i circuiti stampati (nella foto sembrano due separati: è davvero così?) sembrano semi-artigianali (non di qualità industriale) e niente affatto "esotici" : troppa ricerca della regolarità e linearità nella disposizione dei componenti, direi "di gusto italiano" anche se non proprio raffinato. I giapponesi curavano solo la "funzionalità allo scopo" e i montaggi apparivano quasi sempre più complessi e confusi, oltre che molto compatti anche quando si avesse spazio sovrabbondante nel mobile.
Comunque, le radio come questa non sono affatto da disprezzare incondizionatamente! Al di là degli aspetti realizzativi ed estetici, alcune erano davvero ben progettate e non funzionavano per niente peggio (a volte perfino meglio!) di certi buoni apparecchi industriali dal nome noto e illustre.
Credo di non aver più niente da aggiungere e cedo la parola ad altri.

Saluti

Gian Lorenzo

Re: radio raymec

Grazie a tutti.
Le sigle dei transistro iniziano per MTF seguito da tre cifre decimali.
Ecco alcune foto migliori (spero)
http://jpegbay.com/gallery/003123818-.html#1

Re: radio raymec

Ciao,
non me lo aspettavo ma ho qualcosa da aggiungere: i transistor non sono poi così misteriosi!
Questi "MFT" sono stati fra i primi di produzione italiana (almeno presunta).
Per quanto so e ricordo, li fabbricava (o per lo meno li commercializzava) la "Microfarad", italiana ma controllata dalla francese CSF e ben più conosciuta per i suoi condensatori. Sono piuttosto rari, non credo che siano stati prodotti in grandi serie.
Non è da escludere che la Micorfarad li commissionasse a qualche produttore americano o giapponese e che la sola cosa "originale italiana" fosse la strana sigla...
Non ho documentazione a supporto di quanto sopra, o per lo meno non a portata di mano. Ho solo una tabella di equivalenze trovata su una rivista degli Anni Sessanta (ma non ricordo più quale!) di cui fra un attimo ti invierò la scansione per e-mail. Associate al produttore "Microfarad" probabilmente troverai elencate le sigle di alcuni fra i "tuoi" transistor, se non di tutti.
A proposito, azzarderei senza temere smentite che l'acronimo "M F T" stesse per "Micro Farad Transistor".
In seguito, ad opera della citata "Microfarad" e dell'italiana "Mial", venne fondata la "Mistral" che nella fabbrica di Latina produceva i ben più noti e diffusi transistor "SFT" (costruiti anche in Francia dalla CSF), utilizzati in una larghissima parte dei ricevitori italiani degli anni Sessanta e primi Settanta.
Senz'altro non casuale la forte analogia nella sigla "SFT" (usata da CSF in Francia e poi da Mistral in Italia) con questi probabili predecessori "MFT" Microfarad.

Dunque... "Transistor italiani" implica necessariamente "radio italiana".

Le tue nuove foto sono ottime!
Si vede chiaramente che il potenziometro di volume è quel che avevo ipotizzato che fosse (italiano, anche se forse non "Lesa" ma "Mial") e così pure il condensatore variabile.
La componentistica si conferma quella corrente dell'epoca in Italia, di qualità complessiva "medio-bassa" (come per altro nelle radio a transistor "di marca"!)
Confermo anche le altre mie osservazioni precedenti ma devo ammettere che il montaggio è migliore di quanto mi fosse sembrato. Tutt'altro che un "gioiellino tecnologico" ma un apparecchio costruito con discreta cura, nei limiti delle tecniche "semi-artigianali" adottate.
Tecniche per altro riscontrabili anche in alcuni dei primi ricevitori a transistor italiani di marche note costruiti in piccole serie.

Saluti

Gian Lorenzo

Re: radio raymec

Grazie per tutte le informazioni. La radio quindi, a dispetto del nome "esotico" è italiana. Secondo voi in che anni avrebbe potuto essere stata prodotta? fine '50/primi '60?

Re: radio raymec

Bé, la prima radio a transistor italiana di produzione industriale è del 1957: si dice che il primato competa alla prima versione della Voxson "Zephyr" ma la questione non è chiara... Senz'altro qualcuno mi potrebbe smentire citando altre marche e modelli, ma mi pare che sull'anno concordino un po' tutti.
Escludo che una ditta poco più che artigianale sia riuscita addiritttura a precorrere i tempi!
Io daterei il tuo apparecchio attorno alla metà degli Anni Sessanta, nonostante alcuni componenti appaiano più "datati" (i transistor in particolare): per un prodotto non industriale, però, la componentistica non è molto indicativa! Si cercava fra quel che si trovava in vendita, e fra quel che era disponibile si sceglieva quel che costava meno, in particolare gli "stock" di transistor ormai obsoleti (all'epoca i componenti a semiconduttore costavano ancora parecchio...).
Come ti ho accennato, in via Pré io ho visto in vendita apparecchi simili almeno nell'estetica additrittura fino ai primi anni Settanta! Per quei tempi erano chiaramente "antiquati" ma ancora disponibili.
Non penso che si costruissero ancora, direi che erano "fondi di magazzino" di qualche anno prima rimasti invenduti perché di linea poco innovativa già quand'erano stati prodotti.

Saluti

Gian Lorenzo

Re: radio raymec

Grazie ancora per le informazioni.
E' davvero piacevole discutere di radio su questo forum!

Re: radio raymec

Ciao Gian Lorenzo, ho appena letto il tuo post relativo alla serie di transistor MFT, che ho trovato davvero interessante ed istruttivo.
Dal momento che sto cercando di identificare un equivalente per l'MFT151, mi chiedevo se potessi inviare anche a me una copia della tabella di equivalenze a cui accennavi, te ne sarei davvero grato.

Saluti,

Alessio