Return to Website

Benvenuto nel RIMMEL Club !

Lascia i tuoi messaggi, le tue opinioni e conosci nuovi amici...

Benvenuto nel RIMMEL Club !
Start a New Topic 
Author
Comment
View Entire Thread
Re: Re: cara Pippina

anche per stemperare un po' gli argomenti:

SBADDU
(estratto dal forum del 2003)

VEDENDO PERDUTo AMOR
Mimmo Rapisarda
L’altra sera sono andato a vedere Perduto amor con Daniele. Ci siamo andati come due feroci critici cinematografici, pronti a scartare qualsiasi cosa che non aveva niente a che vedere col nostro vero scopo. Immaginerete facilmente quale sia stato il nostro vero interesse quella sera.
A Daniele non è piaciuto tanto, a me sì. Questione di punti di vista.
Secondo me Battiato non ha girato un film ma ha scritto una canzone montandoci delle immagini al posto delle note. Ha preso il pentagramma e come un album di ricordi ci ha incollato sopra le fotografie della sua infanzia a Riposto negli anni Cinquanta. Però, come dichiarato da lui stesso, non è un film autobiografico, infatti i ricordi della sua infanzia si limitano soltanto ai luoghi, agli oggetti e alle usanze che fanno da contorno alla storia dell’immaginario Ettore Corvaia. Ha usato i sogni e l’emancipazione del protagonista come un binario che ci porta attraverso tanti flash di rimembranze sul percorso Catania-Milano; e i cambi improvvisi fra la trama e le altre inquadrature non sono altro che introduzione, ritornello, refrain, ritornello, refrain, ritornello, finale, proprio come in una canzone, una canzone di quelle buone, di quelle che ti raccontano una storia invitandoti, per vederla, ad entrarci dalla porta di servizio e non da quella principale. La Madonna nera di Fossati parla di una processione religiosa, di una statua nera che si inclina, di un uomo che la sorregge e la paragona alla donna amata. Eppure è una canzone d’amore. Chi l’avrebbe mai immaginato se non l’avesse detto lo stesso Fossati? Questo è il bello di entrare dalla porta di servizio.
Non pensavo che Battiato, cimentandosi al cinema quasi per gioco, riuscisse ad ottenere una fotografia degna di un regista con quattro oscar in bacheca. Ogni fotogramma è quasi un quadro. E poi i luoghi: Ragusa, Acicastello, Acitrezza, Catania, Palazzolo Acreide, che con i loro colori fanno già sceneggiatura; le suore con le tonache nere che si stagliano sulle facciate barocche di chiese costruite col tufo giallo, con lo sfondo del cielo azzurro… e poi la luce, l’immensa luce che c’è qui. Ungaretti deve essere passato da queste parti.
Geniale la scena al macello, quando la cinepresa si sposta dalla mano armata di coltello - pronta ad uccidere l’animale - fino a salire sopra quel muretto affacciato sul mare dove si vede di spalle il piccolo Ettore, che non vuole più accettare quel mondo e sogna di veder passare il Rex dei suoi desideri e della sua fantasia, perché dentro di noi c’è sempre stato un Rex, simbolo di una partenza liberatoria che ti porta via.
Gli oggetti, le situazioni, le battute necessarie per riportare lo spettatore indietro nel tempo sono tutti molto curati e, come uno storico consumato, Battiato non ha mai lasciato niente al caso. Nel bagno di casa Corvaia il padre con la brillantina in pomata davanti a un autentico specchio che si usava negli anni Cinquanta e dieci anni dopo il figlio con altro tipo di gel, altri pettini, altri specchi, altre canottiere, altro tutto (ma dove li ha trovati?). Tutto è stato messo al suo posto, minuziosamente, come in un museo di modernariato.
Ho letto della visione metafisica di Battiato riportata in questo film. Mah…io non ne capisco niente di metafisica, forse sto parlando di metafisica e nemmeno me ne rendo conto. Comunque, le immagini presentano con dovizia di particolari una generazione e un mondo che non c’è più. Alcune cose me le ricordo e sono arrivato in tempo a vederle, anche se sono più giovane di Battiato: il mangiadischi, le Seicento, quelle lampade sulle scrivanie, i complessini che suonavano su un palchetto con tastiere Farfisa traballanti e con improvvisati impianti di amplificazione, le uova acquistate in campagna, ecc. E anche i modi di dire e di fare: con calma, senza fretta, senza stress; ritmi molto cadenzati, perché allora di tempo ce n’era tanto e di cose, a differenza di oggi, se ne facevano poche ma buone. Le ventiquattro ore di un giorno sembravano non finire mai e, a volte, la salutare partita a briscola nel film serviva ad esoricizzare certe situazioni. Oggi sembrerebbe una cosa inutile e noiosissima e si scapperebbe subito presso lo studio di un consulente familiare, per non perdere tempo. Sempre per non perdere tempo.
Perché non lo fermiamo questo tempo? Dalle parti di Acireale, in una frazione incastonata fra giardini di limoni e il mare, c’è un bar a conduzione familiare che produce una granita di mandorla buonissima, ma il servizio è pessimo. Può capitare di ordinarla e sentirsi rispondere “Ora a voli? Si facissi du passi ca poi a facemu!”. Magari poi te la preparano subito, anche a mezzanotte, ma quelle lamentele sprigionano tutto il folclore e la sottile ironia che circolano da queste parti. I catanesi lo sanno, ci vanno apposta e stando al gioco si divertono a ricevere le risposte più c

Re: Re: Re: cara Pippina

Elena
Che bello!!!!, Mimmo, grazie. Ma cosa significa, esattamente "sbaddu"????semplicemente pasare il tempo??? Ciao a tutti.Elena

Mimmo Rapisarda
Ciao Elena. Mi spiego.
Dal vocabolario Siciliano-Italiano di A.Traina: “Sbaddu (o Maluchiffarri - un mal da fare-): divertimento, sollazzo, chiasso, far vita allegra e senza pensieri”.
Aggiungo che a Catania si tratta anche di uno stato di goliardia simile a quello dei Vitelloni di Fellini ma con ancora più autoironia, umorismo, spirito, sarcasmo, è l’ultimo stadio del concetto “non aver niente da fare”, un passatempo che per chi lo guarda da fuori può sembrare improduttivo (da lì “Malucchiffari”) ma chi lo attua è convinto di essere nel giusto perché, libero da certe inquietudini della giornata e nel pieno delle sue sfasature mentali, dà libero sfogo al suo estro e alla sua creatività. E ti assicuro che le cose migliori escono fuori proprio da questi momenti, a conferma che, in fondo, proprio improduttivi non sono.
Da non confondere con lo “sballo” del sabato sera, durante il quale muoiono decine di giovani italiani. Questa è una cosa diversa ed anche difficile da scrivere perché si pronuncia diversamente da come è scritto.
Ora che lo sai, spero che durante le tue vacanze in Sicilia non chiederai alla reception dell’Hotel “oggi starò tutto il giorno fuori perché ho lo sbaddu, vado a fare un po’ di geologia sull’Etna” (mi raccomando, non si dice). Cioè, se per la tua professione studi geologia tutto l’anno allora va bene, ma se la studi anche quando sei in vacanza allora è proprio sbaddu.
…..anche quello che sto facendo in questo preciso istante lo è.
Ciao e buon sbaddos. Mimmo.

Elena
Grazie, Mimmo, adesso capisco. Credo che anche noi abbiamo "sbaddu". Da noi, abbiamo una filosofia similare e ho riconosciuto la idea. Quando noi abbiamo il tempo libero e usciamo fuori con gli amici a prendere qualcosa, in realtà quello che vogliamo fare è avere una scusa per passare il tempo chiaccherando di tutto, senza fare nulla. Poco importa il tempo che si va, neppure quello che vogliamo bere, quello che importa èd essere insieme e godere la vita, senza fretta.

Mimmo Rapisarda
Elena, proprio così. In passato la Sicilia è stata sotto la dominazione spagnola, quindi può darsi che qualche “sbaddusu” madrileno abbia fatto scuola.
Comunque, se raccontassi ai miei amici di essere riuscito ad esportarlo fuori dai confini siculi, morirebbero dal ridere. E sai alla fine che mi direbbero? “Ma c’hai propriu u sbaddu!!”. Capito il concetto?



MI RACCOMANDO: DEVE ESSERE SEMPRE "SBADDU"!


CIAO A TUTTI
....E VOLEMOSE BENE!

Elena sempre pronta per fare "sbaddu"

Ciao a tutti, ma che è sucdesso in questo bel posto!!!!!. Non visito il forum per tre giorni, (ultimamente anche se non scrivo molto, vi leggo sempre con piacere ) e mi trovo un casino!!!! Non capisco proprio bene (sto non è sempre una metafora ) ma la verità non so perchè si devono creare queste situazioni tanto così sgradevoli, non siamo un gruppo di amici che si trovano per parlare e condividere tutte le emozioni creati intorno a FDG??? Perchè dobbiamo prendercela tanto così sul serio??? Condivido e mi aggiungo con tutto quello che ha detto Mimmo e mi rende triste che in questo sito e tra di noi possa esistere qualche sentimento cattivo. So che questo puo suonare un po superficiale e quasi egoista perchè le cose che ci fanno discutere, di solito sono cose della realtà sociale e problemi che tutti vediamo, ma penso che noi soltanto possiamo fare un appelo a tutte le situazioni che ci possano sembrare ingiuste, ma davvero penso che questo non abbia senso se ci fanno arrabbiare. Un'altra cosa sarebbe che ci potessimo trovare tutti quanti e potessimo dire quello che pensiamo guardiandoci agli occhi, faccia a faccia, ma sul forum................, mi sa che soltanto possiamo creare un ambiente strano e cattivo. Che alla fine faccia danno a qualcuno di noi che come nel caso di Pippina che ha deciso di non venire a trovarci.
Scusatemi, per gli sbagli e scusatemi per non sapere spiegarmi bene, quello che ha successo mi rende triste e soltanto volevo dirvi alcune cose di quelle che mi hanno passato per la testa. A presto. Elena