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L'angolo (Radio)Tecnico

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Re: TRASFORMATORE DI USCITA PER RADIOMARELLI RD141

Sì, come dice Giuseppe Antonio è un trasformatore con la cosiddetta "presa antironzio", usato in numerossisimi apparecchi dagli Anni Cinaquanta in avanti ma anche in precedenza.
In pratica, la corrente anodica fornita dall'alimentatore "entra" nella presa intermedia di un siffato trasformatore e si "biforca" verso i due estremi.
La sezione d'avvolgimento con più spire porta la corrente anodica alla placca della valvola finale e costituisce il vero e proprio primario del trasformatore d'uscita.
La sezione con meno spire, invece, porta la corrente alla griglia schermo della finale e l'anodica generale a tutte le altre valvole, di solito attraverso un'ulteriore resistenza in serie e insieme con questa è montata a mo' d'impedenza in un filtro a "pi greco": si noti infatti come sono collegati i due elettrolitici di filtro.
La denominazione "antironzio" deriva dal fatto che le due correnti entranti dalla presa intermedia sono in controfase e perciò tendono a magnetizzare il nucleo con polarità invertite, producendo così una sorta di cancellazione della componente a c.a. della corrente anodica.
Questa non è affatto una raffinatezza, come spiega anche se in estrema sintesi il buon Marco Gilardetti nealla sua "opera meritoria" sugli alimentatori:
http://www.leradiodisophie.it/Alimentatori-5/Alimentatori%20-%20versione%20Radio%20-%20parte%205.htm
Aggiungerei che esiste un altro scopo non dichiarato (forse perché difficile da spacciare come una virtù) per adottare questa configurazione.
In un normale trasformatore d'uscita, a meno che non sia per un push-pull, la magnetizzazione del nucleo dovuta alla componente c.c. dell'anodica è un inconveniente serio perché contribuisce molto a saturare il nucleo, riducendo notevolmente il margine di magnetizzazione disponibile per lo scopo pricipale, ovverosia per il trasferimento al secondario di una potenza a BF senza distorsioni apprezzabili.
Questo obbliga ad usare un nucleo molto più grande di quanto occorrerebbe se il primario fosse percorso dalla sola corrente a bassa frequenza.
Nel TU con presa antironzio, abbiamo due correnti continue che fluiscono in direzioni opposte, i cui effetti magnetici sul nucleo dunque si neutralizzano a vicenda almeno in parte.
Il nucleo, dunque, può essere almeno un poco più piccolo che in un TU "normale" e di conseguenza meno costoso.

Queste premesse occorrono per poter stabilire se e a quali condizioni si possa sostituire un TU dotato di presa antironzio con un ricambio che invece ne sia privo (ma ovviamante adatto per accoppiare la valvola e l'altoparlante usati nell'apparecchio).
Si può fare, collegando le alimetazioni in modo convenzionale (placca della finale direttamente all'uscita del raddrizzatore ovvero sul primo elettrolitico, corrente di griglia schermo e anodica per le altre valvole prelevata dopo la resistenza di filtro che normalmente non occorre nemmeno aumentare di valore) ed eventualmente aumentando un poco (non oltre il doppio) la capacità degli elettrolitici di filtro qualora si presentasse il ronzio.
E il nuovo trasformatore, a parità di prestazioni, sarà un poco più voluminoso di quello originale. Di solito questo non è un problema insormontabile.

Queste considerazioni da un punto di vista meramente tecnico, ma per un restauro rigoroso che non deprezzi l'apparecchio si dovrà montare un TU il più possibile simile all'originale, cioè con presa antironzio.
Non è davvero indispensabile che il ricambio abbia la presa nella stessa posizione: infatti, si potrebbe pensare che tale presa sia attentamente calcolata per ottenere la miglior soppressione del ronzio nella radio che monta quello specifico TU ma non è mai così. In altre parole, un qualunque trasformatore con presa antironzio e adatto per la finale e l'altoparlante montati andrà benissimo.

Re: TRASFORMATORE DI USCITA PER RADIOMARELLI RD141

Grazie per l'esaustiva risposta.Comunque sia il primario del trasformatore di uscita sembra interrotto.Mi segna 25000 Ohm che è un valore che non sta ne in cielo ne in terra.Ho un rimpiazzo da 4 watt nuovo che cercherò di adattare. Per il resto il telaio è in magnifiche condizioni, con gli avvolgimenti dei fili litz delle bobine color rosa (cosa che depone bene). L'apparecchio secondo me è stato abbandonato dopo questa avaria e mai più stato soggetto a nessuna sorta di riparazione. Anche il vitone con 4 elettrolitici è ancora originale e mai cambiato,così come il cavo bipolare marrone d'epoca.La radio, cambiando i soliti componenti in perdita dovrebbe tornare a cantare a meraviglia.

Re: TRASFORMATORE DI USCITA PER RADIOMARELLI RD141

Rileggendo la mia risposta mi pare anche troppo... esaustiva, scusa se mi sono dilungato.

Anch'io mi aspetto che la radio torni a cantare come prima.

Solo un suggerimento: io proverei a riparare il TU.

Se l'interruzione (e senz'altro d'interruzione si tratta, se la resistenza è di 25000 ohm) fosse negli strati più superficiali dell'avvolgimento secondario, non si dovrebbero svolgere che pochissime centinaia di spire per raggiungerla.

A me qualche rara volta è andata bene e devo dire che ho impiegato molto meno tempo del previsto.

Più spesso, lo ammetto, tutto invece si è svolto nel pieno rispetto della "Legge di Murphy"...

Ma penso che valga la pena di tentare.

Re: TRASFORMATORE DI USCITA PER RADIOMARELLI RD141

Non direi, anzi conteneva numerosi spunti interessanti. Ne approfitto per inserire un caveat. In sostanza questi trasformatori "al risparmio" degli anni '50 lavorano un po' sullo stesso principio degli autotrasformatori: due correnti che vanno in verso opposto, meno magnetizzazione del nucleo, possibilita' di avere un nucleo piu' piccolo, risparmio. Risparmio per il produttore, e SOLO per lui. Difatti in un alimentatore ad autotrasformatore basta un nonnulla (un condensatorino in perdita) per sballare la compensazione tra le due correnti e portare l'autotrasformatore fuori regime, con immancabile fulminamento del medesimo. Direi infatti che il 50% abbondante delle radio ad autotrasformatore che passano sul mio banco di lavoro hanno l'autotrasformatore fulminato. Questa percentuale sale al 90% per le radio ritrovate in soffitta e "provate per vedere se va'". La percentuale scende invece attorno al 5% o anche meno per le radio "normali" con trasformatore "normale".

Qual e' la morale, traslando il discorso sui trasformatori d'uscita? La morale e' che se questo trasformatore d'uscita si e' interrotto, non e' per un caso, e' perche' probabilmente c'e' un guasto. Guasto che andrebbe individuato e riparato come prima cosa, perche' se la radio viene provata con un ricambio identico e' facile che il ricambio abbia vita brevissima, e se provata con un componente generico e' probabile che comunque non suoni (pero' non a causa della sostituzione imperfetta effettuata).

In ogni caso, visto che esistono persone (come l'ottimo Giulio Maiocco) che si cimentano nello sbobinamento/riavvolgimento di trasformatori, suggerirei di spedire a qualcuno di loro il trasformatore in oggetto, in modo da avere il pezzo originale perfettamente riparato.

Re: TRASFORMATORE DI USCITA PER RADIOMARELLI RD141

Non trovo Giulio Maiocco sull'angolo dei riparatori....se mi puoi aiutare dandomi la sua mail lo contatto....cmq la radio sembra in eccellenti condizioni....vedremo di fare gli opportuni controlli prima di far brusciare ancora il trasformatore di uscita

Re: TRASFORMATORE DI USCITA PER RADIOMARELLI RD141

Imtervento giustissimo, Marco, te ne ringrazio.
A volte do erroneamente per scontato che chi scrive in questo forum abbia ben presente che una resistenza o un avvolgimento molto raramente s'interrompe senza una causa (cortocircuito totale o parziale a valle del circuito che alimenta) e che abbia almeno letto sul sito i consigli generali sulla "prima accensione" di una radio, da seguire anche dopo una riparazione di questo tipo.
Certe precisazioni sono opportune anche quando si sa di dialogare con un esperto perché poi anche i "novizi" leggeranno ciò che si è scritto.
Altro consiglio a chiunque voglia tentare di riparare un trasformatore senza avere esperienza: quando svolgiamo le vecchie spire dobbiamo sempre ricordare di contarle, perché questo semplificherà la vita di chi, eventualmente, incaricheremo di riavvolgere il trasformatore in questione dopo aver fallito l'impresa...
O a noi stessi, se proprio volessimo pervicacemente insistere a far tutto da soli (... sapremmo svolgere i calcoli che occorrono non sapendo il diametro dei fili e il numero di spire degli avvolgimenti che dobbiamo rifare?)

Re: TRASFORMATORE DI USCITA PER RADIOMARELLI RD141

Giulio ha anche un suo sito personale, comunque l'indirizzo (se non l'ha cambiato) e': g[punto]maiocco[chiocciolina]alice[punto]it

Re: TRASFORMATORE DI USCITA PER RADIOMARELLI RD141

Vorrei far notare che per sovraccarico normalmente il trasformatore non si interrompe ma per il calore vanno in corto varie spire deteriorandolo. L'interruzione normalmente è per corrosione nelle giunte tra il filo sottile e quello che si usa per portarlo al terminale oppure centrale a causa dello solfo della carta paraffinata che fa il verde rame, Spesso è possibile aggiustarli senza rifare l'avvolgimento. Carlo

Re: TRASFORMATORE DI USCITA PER RADIOMARELLI RD141

Ho ripristinato un trasf.uscita interrotto, mediante il secondo procedimento illustrato nel PROGETTO DEI LETTORI di questo sito usando un autotrasformatore con uscita 260 volt rettificando con un diodo 1 N4001..
Alberto