Return to Website

L'angolo (Radio)Tecnico

Inserisci qui le tue richieste di consulenza tecnica riguardo alle tue riparazioni, sostituzioni di pezzi, tarature ecc. Un consiglio: per avere risposte utili cerca di formulare la domanda in modo chiaro e completo.

Per iniziare una nuova discussione, fare clic su Start a new post qua sotto. Per rispondere basta fare clic su Reply a fianco ad ogni post. Infine occorre copiare nell'apposita casella i caratteri che appaiono in fondo a ciascun modulo. E' una misura di sicurezza per evitare messaggi automatici.

L'angolo (Radio)Tecnico
Start a New Topic 
Author
Comment
View Entire Thread
Re: GRUPPO ALTA FREQUENZA MAGNADYNE SV87

Ciao Umberto,
non conosco questo modello Magnadyne: ne ricordo alcuni con bobine in serie avvolte intorno a due toriodi di materiale plastico trasparente ma erano sicuramente di epoca successiva, mi pare addirittura qualcuno con FM.
E' chiaro che non esiste alcuna possibilità di regolare le bobine, se non spostando le spire!

Tuttavia, nello schema della SV87 le bobine sono attraversate da una freccetta, il che dovrebbe significare che sono regolabili!
Non saranno forse di un altro tipo ben noto a chi abbia pratica delle radio Magnadyne?
Ovverosia, delle normali bobine cilindriche ma senza nucleo ferromagnetico regolabile.
Le bobine di questi gruppi RF Magnadyne si regolano con un anello metallico montato all'esterno.
Ruotando l'anello, questo si muove lungo il supporto filettato e regola l'induttanza della bobina.

Questo non è il gruppo della SV87 ma è l'unica foto che ho pronta... Tanto per dare un'idea di come siano fatti questi anelli:


Cosa significhi che le bobine sono in serie - un'altra caratteristica tipica di Magnadyne - forse si capisce meglio oservando lo schema.
In pratica, per la gamma a frequenza più alta viene inserita una sola bobina (in realtà due perché abbamo quella di entrata e quella dell'oscillatore, ma per semplificare dimentichiamolo).
Per la gamma di frequenza immediatamente inferiore, viene inserita in serie ad essa un'ulteriore bobina.
E così via per le gamme successive.

Il fatto che in una radio il costruttore abbia adottato questo sistema va tenuto in debito conto in fase di taratura: si deve infatti seguire un ordine ben preciso per le varie gamme, procedendo da quella a frequenza più alta e a scendere.
Cioè, il contrario di quel che si farebbe con le più comuni bobine "in parallelo" o, per dirlo più propriamente, inserite in circuito una sola per volta dal commutatore.

Re: GRUPPO ALTA FREQUENZA MAGNADYNE SV87

Ti ringrazio della risposta ma non trovo ancora il bandolo della matassa.Ossia per la taratura, ammesso che si debba fare perchè le Magnadyne erano perfette all'hertz, io credo che si debba agire sugli unici componenti che si possono in qualche modo toccare ,ossia sui condensatori a mica del gruppo uniti alle bobine in serie di cui tu hai dato una esaustiva spiegazione di come entrino in azione per determinare la gamma di cui uno necessita. Comunque sia ho fiducia che all'atto dell'accensione tutte le gamme di onde corte di cui è dotata funzioneranno a dovere.Ho avuto in passato diverse magnadyne anche plurigamma complesse come la FM4 e nessuna aveva problemi di taratura o di "fuori frequenza" e andavano come treni. Cmq vedrò all'atto dell'accensione.

Re: GRUPPO ALTA FREQUENZA MAGNADYNE SV87

La regola di non toccare le bobine se non si rivela necessario non vale solo per le Magnadyne ma un po' per tutte le radio.
Purtroppo a volte siamo obbligati a farlo perché... quache insano e incompetente ha "smanettato" prima di noi.
Nelle radio in cui le bobine non sono regolabili (oppure che al profano non sembrano regolabili) questo, per fortuna, non può accadere.
Però, quando le bobine non sono regolabili, a volte l'insano di cui sopra si è divertito a piegare senza critero i settori tagliati del condensatore variabile.

E' vero comunque che le Magnadyne di quasi tutte le epoche "tengono" ottimamente la taratura iniziale.
Tutt'al più, come dici tu, se si vuole un accordo perfetto può servire un minimo ritocco dei compensatori, soprattutto quando si sia dovuta ricostruire una parte di circuito attorno allo stadio di conversione oppure quando si sia sostituita la convertitrice, a causa delle piccole differenze che inevitabilmente si hanno nelle capacità interelettrodiche fra le valvole anche di uno stesso tipo.