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L'angolo (Radio)Tecnico

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POTENZIOMETRO A FILO O A CARBONE?

Sto finendo di riparare /restaurare una vecchia radio americana del 1933 praticamente identica al modello Alfa della SIARE.Monta 7 valvole 57 56 58 58 56 47 80. Il mio dilemmino è questo:il controllo del volume non è prelevato dalla solita griglia della rivelatrice ma dai catodi delle valvole convertitrice e amplificatrice IF che tramite un potenziometro a filo di 10000 Ohms e una resistenza in serie avevano il compito di abbassare o alzare la sensibilità della radio producendo il controllo VOLUME.
Orbene , il potenziometro a filo non c'era e io non ne trovo di tanto piccoli da poter stare nel retro telaio. Ho solo trovato un piccolo potenziometro nuovo di quelli ordinari a strato di carbone da 10000 ohm che andrebbe super bene. Ma il fatto che nei catodi circolino 7 volts di C.C. puoi produrre problemi al potenziometro oppure essendo una tensione tanto bassa vado tranquillo?
Chiedo suggerimenti. Grazie.

Re: POTENZIOMETRO A FILO O A CARBONE?

La tensione di per sé non è in grado di danneggiare un potenziometro; ovviamente, se possa o no soffrirne dipende da quanta corrente vi scorre dentro con tale tensione applicata, il che a sua volta dipende dalla resistenza del potenziometro. In altre parole, dalla POTENZA che il potenziometro dovrà dissipare.

Visto che hai nominato una tensione di 7 V, anche se forse era solo un esempio, partiamo da questo per qualche ragionamento in libertà.

Se 7 V fosse la tensione massima che si trova ai capi del'elemento resistivo del potenziometro quando è completamente inserito, chiaramente non servirebbe un tipo a filo perché la POTENZA in gioco sarebbe ridottissima; esattamente, per un potenziometro da 10000 ohm,
4.9 milliwatt (dati dal quadrato di 7 V diviso per 10000 ohm).
Se invece i 7 V si avessero regolando il potenziometro per una resistenza molto bassa, ad esempio 25 ohm, la potenza che dovrebbe dissipare la piccola parte di elemento resistivo inserita sarebbe di ben 2 watt.

Il secondo caso è poco verosimile e presumo che un potenziometro da 2W (penso facilmente reperibile e anche in vari formati) sarebbe più che sufficiente.

Tuttavia, se il costruttore aveva usato un potenziometro a filo e non un più economico tipo a strato, vien da credere che avesse le sue buone ragioni.

Sono rimasto troppo sul vago?
Si, perché senza lo schema è impossibile rispondere senza rischiare almeno un po' di dire una stupidaggine.
Infatti è vero che, nelle radio senza AVC, il potenziometro di volume era generalmente connesso in modo da variare la polarizzazione delle prime valvole, ma con infinite varianti: quale di queste sia applicata in questa radio non è affatto irrilevante per capire che dissipazione debba avere il potenziometro.

Lo schema della Siare Alfa che ho io, fra l'altro, contiene degli errori (ad esempio, prendendolo alla lettera sdovremmo credere che tutte le valvole tranne la 47 lavorino senza tensione di griglia schermo!) e non mi pare nemmeno troppo simile a una radio che monta la serie di valvole che hai nominato.
A meno che tu non abbia accertato senza ombra di dubbio delle fortissime analogie ed anche corretto gli errori (ammesso che tu ti riferisca al mio stesso schema), direi che non puoi fidartene troppo.

Ma di che marca e modello si tratta?
Praticamente è possibile trovare in rete gli schemi di tutte le radio a valvole americane (schemari Rider's e Beitman's) e non mi sembra una buona idea adottare come riferimento un modello italiano, sia pure di chiara impostazione americana.

Re: POTENZIOMETRO A FILO O A CARBONE?

Hai provato comunque a guardare sul catalogo RS? Puoi selezionare i potenziometri anche in base al loro ingombro fisico. Tu prova a inserire le misure massime che andrebbero bene, e guarda se ti filtra qualche potenziometro a filo da 10K.