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L'angolo (Radio)Tecnico

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resistenze di bilanciamento condensatori elettrolitici

Sto cercando di recuperare una radio Geloso Super G 57 R che ha avuto altre pregresse riparazioni e sostituzioni. Confrontando con lo schema "con le più recenti modifiche", la sezione alimentatrice è costituita da due condensatori elettrolitici in parallelo da 8 microfarad da 500 volt cui segue la bobina di campo dell'altoparlante e un successivo condensatore sempre da 8 microfarad 500v.
Non compare più - e del resto non è presente nella radio in mio possesso - l'impedenza in serie sul negativo, presente nei precedenti schemi.
Sono in difficoltà rispetto a due problemi:
- volevo usare due condensatori in serie da 33 mF, 350 volt al posto dei due da 8 in parallelo e due condensatori da 22 in serie, sempre da 350 volt, per il terzo, viste le tensioni elevate. Da quanto ho capito bisognerebbe mettere in parallelo a ciascun condensatore una resistenza di bilanciamento ma non saprei di quale valore e di quanti watt (in rete si trovano formule discordanti).
Mi potete aiutare?
- ho dovuto, con molta pazienza, svolgere e riavvolgere la bobina di campo dell'altoparlante che era interrotta in prossimità della fine. Attualmente ha una resistenza di 1030 ohm contro i 1200 previsti.
E' opportuno aggiungere una resistenza in serie? E se si di quanti watt?
Grazie dell'aiuto.

Re: resistenze di bilanciamento condensatori elettrolitici

La prima considerazione da fare e' che, avendo in uscita una 6V6, ritengo improbabile che le tensioni presenti in questa radio superino veramente i 350 Volt.

Ad ogni modo, applicherei la consueta regola aurea secondo la quale tutto cio' che rientra nel 20% di tolleranza va bene. Con questo criterio la resistenza della bobina di campo potrebbe scendere fino a 960 Ohm senza che cio' comporti problemi, per cui la sua e' ampiamente nei margini. Tra l'altro, se non ha eliminato un gran numero di avvolgimenti nel lavoro di riparazione (cosa che, nei limiti del possibile, non avrebbe dovuto fare) e' probabile che l'attuale valore che la bobina presenta sia molto simile a quello presentato gia' in origine.

Stesso discorso per il collegamento in serie dei condensatori: una rete resistiva di partizione e' d'aiuto solo se sono sottoposti a condizioni di tensione talmente estreme che c'e' il rischio che per via delle tolleranze (20% di norma su tutti gli elettrolitici) ci sia uno sbilanciamento per cui ai capi di uno dei due si possa presentare una tensione tale da farlo uscire dal regime di sicurezza. Se non ho ragionato male questa condizione potrebbe presentarsi nel caso in cui la tensione anodica nominale della radio fosse di 560 Volt, cosa che mi sembra lontanissima dalla realta'. Quindi nel caso specifico siamo talmente al di sotto di dette condizioni estreme (anzi, come gia' scritto secondo me non sarebbe nemmeno il caso di ricreare il valore di 8 Ohm con due capacita' in cascata) che la questione se eventualmente porre in parallelo anche un partitore resistivo a mio parere non si pone nemmeno.

Re: resistenze di bilanciamento condensatori elettrolitici

Buonasera,

la prima cosa da tener presente è che gli apparecchi con parecchie decine di anni alle spalle sono nati in un'epoca in cui i componenti per uso normale come quelli in uso sulle radio venivano prodotti con tolleranze di costruzione di norma abbastanza alte. Tale tolleranza (anche del 20% e più) vale anche oggigiorno per i condensatori elettrolitici normali.
Considerato questo si può tranquillamente sostenere che una tolleranza del 20% circa (o forse anche di qualcosa in più) può essere tranquillamente sopportata dalla sezione alimentatrice/rettificatrice senza che si verifichino malfunzionamenti di sorta.

E' vero che la valvola 6V6 lavora con tensioni di placca fino a circa 315V se non ricordo male, per cui dei condensatori da 350V max dovrebbero in linea di massima andar bene, però, secondo quanto ho visto sullo schema della G57R che ho, in uscita dal trasformatore di alimentazione dovrebbero esserci 340V nei due rami che alimentano i due diodi della 5Y3.
Tenuto conto di questo dato, il valore di picco che si potrebbe raggiungere in uscita dalla 5Y3 stessa e presente ai capi del primo elettrolitico potrebbe essere anche maggiore di 350V, soprattutto nel caso in cui per un qualunque difetto (filamento interrotto, TU interrotto, valvola estratta dalla sua sede) la 6V6 non caricasse il circuito.
In tale sciagurata evenienza i condensatori si troverebbero caricati circa alla tensione di picco presente sulla pulsante in uscita dalla 5Y3, che sicuramente è maggiore di 350V, considerati i 340V a.c. presenti all'ingresso dei diodi.

Personalmente, per scrupolo, metterei due condensatori identici in serie in sostituzione di ciascuno dei due 8uF/500V senza ammattire con reti resistive di bilanciamento. Nel dettaglio: sostituirei un condensatore da 8uF/500V originale con due 22uF/350V identici in serie, ottenendo così un virtuale 11uF/700V (almeno in teoria, ma comunque sia una siffatta serie 500V li sopporta senza problemi).

Tutto salvo verifica dei 340V effettivamente presenti sulla 5Y3 e non per errore sullo schema. A tal propostito segnalo che ho consultato lo schema disponibile su questo sito:

http://www.rsp-italy.it/Electronics/Radio%20Schematics/Geloso/_contents/Geloso%20Super%20G57R.pdf

Per quanto riguarda invece la bobina di campo: se sono state eliminate relativamente poche spire il problema non si pone neanche: la cosa peggiore che potrebbe succedere è il trovarsi qualche volt in più dopo la bobina stessa senza che ci sia problema alcuno per l'apparecchio.

Re: resistenze di bilanciamento condensatori elettrolitici

Buonasera,
intanto grazie per le risposte ed i consigli. Ho utilizzato i condensatori in serie, senza resistenze, come consigliato. La radio funziona.
Ho rilevato le tensioni: in uscita dalla 5Y3, ai capi del primo elettrolitico, ci sono 360 volt. A livello della 6V6, 250 sulla placca e 270 sullo schermo (contro i 215 e 240 previsti dallo schema bollettino Geloso. Ovviamente 270 anche sulla placca della 6K7 e della 6A8 (nel modello in mio possesso è presente la 6A8 al posto della 6K8) mentre nella placca della 6Q7 sono presenti 145 volt.
Pensavo se a questo punto fosse opportuno inserire una resistenza in serie con la bobina di campo dell'altoparlante, magari di 390 ohm, 5 watt. Che ne pensate?
Scusate la mia ignoranza, ma in questo caso sarebbe lo stesso inserire la resistenza prima o dopo la bobina? (inserirla prima, tra la 5Y3 e la bobina è costruttivamente più semplice, in quanto messa sotto il telaio).
Approfitto per augurare buon Natale.
Grazie.
Valerio

Re: resistenze di bilanciamento condensatori elettrolitici

Può darsi che convenga aggiungere una resitenza in serie alla bobina ma per quanto hai detto finora mi sembra prematuro concluderlo.
Prima di tutto, le misure di tensione e correnti che rileviamo in una radio possono corrispondere esattamente a quelle previste dal suo schema solo se si verifcano due condizioni:
1) l'apparecchio è alimentato esattamente con la tensione alternata predisposta sul cambio tensioni (ovviamente, dirai...)
2) tutte le valvole e tutti i componenti sono pienamente efficienti (altrettanto ovvio).
Queste considerazioni sono rilevanti soprattutto per misure sull'alimentazione anodica generale.

Bene.. Grazie alla "armonizzazione" avvenuta a livello della Comunità Europea, oggi la tensione di rete nominale in Italia è di 230 V c.a., non di 220 V com'era fino a non troppi anni fa. E il cambio tensione di questa radio è su 220V. Piccola differenza... ma non irrilevante!
Già solo per questa ragione, sul catodo della 5Y3 (ai capi del 1° elettrolitico) mi aspetterei di misurare almeno 350 V anziché i 340 V "da schema", senza che questo fosse indice di guasti od anomalie (a meno che sulle tue prese la tensione effettiva della rete non sia più vicina ai 220 V che ai 230 V; prova a misurarla).
Ovvio che anche la tensione di accensione dei filamenti sarà superiore ai 6.3V nominali, diciamo circa 6,5 V ma le conseguenze sono meno sensibili.
Insomma, per far misure direttamente confrontabili con i valori da schema dovremmo dunque alimentare la radio attraverso un VARIAC per ottenere i 220V "esatti"? Ma sarebbe una vera pedanteria! Basta un poco di buon senso.

Hai misurato anche la corrente anodica totale (75 mA da schema)?
Se fosse scarsa, avremmo la certezza matematica che la 6V6 è parzialmente esaurita (e non è detto che il volume sonoro ne risentirebbe in modo avvertibile!) oppure che la sua rasistenza di catodo è aumentata sensibilmente di valore.
In queste condizioni, tutte le tensioni sarebbero più alte del normale anche in assenza di altri problemi.

Se non l'hai già fatto, ti suggerisco di tralasciare per ora l'anodica troppo alta e di mettere l'apparecchio in piena efficienza , sostituendo tutti i componenti (resistenze innanzitutto) che lo richiedano, in particolare negli stadi di alimentazione e finale.
Le tensioni non sono poi così alte da nuocere gravemente, men che mai per qualche ora di funzionamento.
Soprattutto sostituisci (almeno per prova) la 6V6 con altra nuova o che abbia un' emisssione "garantita" del 100% o quasi. Eviterei una 6V6 che sembri semplicemente funzionare "bene" su un altro apparecchio.
In queste condizioni, come abbiamo detto, per effetto dei 230 V di rete, dovresti trovare comunque più dei 340 V "da schema" sul primo elettrolitico, anche se alla famigerata bobina di campo non mancassero delle spire.
Se questa tensione fosse ancora di 360 V, potrebbe valer la pena di aggiungere in serie alla bobina di campo la resistenza che dici.
Non importa se "prima o dopo": basta che la serie costituita da bobina e resistenza in qualsiasi ordine risulti collegata fra i positivi degli elettrolitici.
Valore e potenza? Tu proponi 390 ohm e mi pare chiaro che tu li abbia calcolati per ottenere una caduta di tensione di una trentina di volt con 75 mA di corrente, in modo da portare il valore dell'anodica dopo il filtro a 240 V... Senz'alto saprai calcolare anche la potenza!
Ovvio che in pratica si dovrà usare una resistenza adatta per una dissipazione maggiore dei watt calcolati: io userei una resistenza di non meno di 5 W, diciamo addirittura 10 W per evitare che scaldi.
E mi aspetterei di doverne determinare sperimentalmente il valore ohmico esatto: come obiettivo mi porrei di ottenere circa 250 V sulla GS della 6V6 e sulla placca della 6K7 (giusto per attenermi ai "data sheet" di quest'ultima valvola).
Probabile che siano sufficienti meno di 390 ohm.

Saluti