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L'angolo (Radio)Tecnico

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Re: Philips Praludio

Ciao,
se ho ben capito la circuitazione dovrebbe essere:

la finale è caricata con un suo TU sulle cui uscita, dovrebbe esserci un altoparlante (anzi gli altoparlanti) e un altro trasformatore con in serie un condensatore da 22k che alimenta quello che tu hai chiamato il Midrange?
Non è per caso una impedenza di filtro che funge insieme a quello che appare come un TU come una sorta di crossover?
Tra le radio che mi sono capitate con più altoparlanti non mi sembra (dico che non mi sembra perché ho una pessima memoria!) che avessero una configurazione simile...

Ciao

Marco



Re: Philips Praludio

Ciao,
credo che le parole di Marco siano da tenere in grande considerazione, anche se invece si trattasse di un "vero" trasformatore come io suppongo... ma approfondiremo dopo una premessa importante.
Per prima cosa, sarebbe necessario determinare con più precisione di che radio si tratta per poter cercare schema e documentazione.
Infatti, il nome convenzionale "Praeludio" (col dittongo "ae") o "Präludio", (con la dieresi sulla a, che nel tedesco è grafia equivalente) è stato usato da Philips per vari modelli molto differenti fra loro, perfino di epoche diverse.
Visto che parli di una EL84 e di tre altoparlanti, direi che si tratta del modello BA643A/3, prodotto in Austria attorno al 1954 (vedi www.radiomuseum.org). Ma forse ne esistono altri analoghi che io non conosco.
Se vuoi cercare informazioni su questa radio scrivendo su altri "forum" (preferibilmente austriaci o tedeschi, conoscenze linguistiche permettendo...), è meglio che tu citi la sigla piuttosto che la denominazione generica e ambigua "Präludio".
Fine della premessa... torniamo all'argomento.
Mi scuso con i più smaliziati se semplifico non poco le cose.
Mi sembra di poter dire che il primario del trasformatore (mi fido che non sia una semplice bobina) forma comunque, inseme con il condensatore, un filtro passa-alto del secondo ordine.
La sola diversità rispetto alla tipologia "da manuale" di questo filtro è la presenza del secondario per alimentare l'altoparlante. Forse qualcuno vorrà divertirsi ad approfondire le differenze che ciò comporta (e ve ne sono), io mi fermo qui.
Insomma, visto che è parte integrante di un filtro, per stimare quale "impedenza" debba presentare il primario del trasformatore, dovremmo sapere almeno approssimativamente anche la frequenza di crossover. E temo che potrebbe dircelo solo il progettista di questa radio... Noi non conosciamo nemmeno le caratteristiche degli altoparlanti che sono montati!
Ho scritto "impedenza" fra virgolette perché, chiaramente, il caso non è quello di un di un normale trasformatore d'uscita, per il quale invece potremmo affidarci alla consolidata convenzione d'intendela misurata a una frequenza fra 600 Hz e 1000 Hz.
Qui, come abbiamo visto, le cose stanno un poco diversamente.
In ogni caso, se pure qualcuno ti indicasse i parametri minimi indispensabili per caratterizzare il trasformatore (diciamo almeno l'induttanza e la resistenza del primario, oltre al rapporto di impedenza o di trasformazione), sarebbe difficile trovare un trasformatore d'uscita "normale" che sia davvero simile. Alla fine ti troveresti a usare queste informazioni per calcolare e riavvolgere il trasformatore originale.
Approfondiamo ancora.
Hai notato anche tu che è più piccolo di un normale traformatore d'uscita. Non è affatto strano...
Un trasformatore d'uscita "normale" è fatto per esser montato come carico di placca di una valvola, con il primario attraversato da tutta la corrente anodica; ricordiamo che la sua componente continua è quel che più incide sul dimensionamento del filo di rame (di sezione adeguata per sopportarla) e del nucleo (abbastanza grande per lavorare lontanissimo dalla saturazione, evitando così perdite eccessive e soprattutto distorsioni intollerabili).
Nel caso presente, grazie al condensatore, il primario non è percorso dalla componente continua della corrente anodica della valvola.
Di conseguenza, il filo dell'avvolgimento può avere una sezione più piccola; e senza dubbio il nucleo ha dimensioni notevolmente più contenute, quelle indispensabili per non saturarsi con la modesta componente alternata.
Insomma, se tu trovassi un trasformatore d'uscita "normale" che elettricamente fosse il più simile possibile al "tuo" trasformatore particolare, sarebbe molto più "grande". E se il primario avesse approssimativamente l'induttanza voluta (forse il parametro principale da considerare), avrebbe però una resistenza inferiore, data la maggior sezione del filo. Non dico che sia necessariamente un problema ma...
Difficile parlare in assoluto di un ricambio dverso ma con "impedenza uguale" all'originale!
Bé, se non ti gira ancora la testa (a me sì), passiamo a un consiglio "pratico".
In casi come questo, la via più semplice e diretta è forse quella che a prima vista appare più difficoltosa e lunga: "copiare" pedestremente il trasformatore originale da un punto di vista "meccanico".
Questo vuol dire svolgerlo contando le spire e misurare il diametro del filo, per poi replicarne gli avvolgimenti con filo identico (ma nuovo) sul supporto recuperato.
"A mano" è un lavoro molto lungo e insidioso ma non improponibile, forse fa più paura a pensarlo che a farlo.
Vedo solo due problemi potenzialmente seri: il rischio che il filo con cui è avvolto il primario sia sottilissimo (si spezzerebbe facilmente tanto svolgendolo quanto riavvolgendolo) e reperire il nuovo filo di rame smaltato, oltre all'eventuale carta isolante.
Credo che il risultato finale, per quanto male tu facessi il lavoro, riuscirebbe senz'altro migliore che "procedendo per via teorica" e adattando un trasformatore d'uscita convenzionale, sia pure con caratterstiche simili per quanto possibile.
Fra l'altro, è anche un metodo più conservativo e "filologico".
E poi, chissà, potresti aver la fortuna di trovare l'interruzione sugli strati più esterni e riuscire così a ripararla senza dover svolgere tutto il primario: a me è capitato in un 20% dei traformatori d'uscita interrotti, percentuale non incoraggiante ma comunque significativa.
Se non te la senti, puoi rivolgerti a qualcuno che riavvolga trasformatori; anche su questo sito trovi qualche indicazione. Puoi far tu la "conta delle spire" o inviargli l'originale ancora intatto: per ragioni che mi paiono ovvie, eviterei qualsiasi "soluzione intermedia".
I prezzi sono... congrui, tenuto conto che non è un lavoro banale e rapidissimo nemmeno per chi possiede un'avvolgitrice e che i materiali necessari non sono facili da reperire in quantità non "industriali".

Ultima nota importante: la causa più probabile dell'interruzione del primario è la perdita d'isolamento del condensatore in serie.
Anche se alle misure strumentali apparisse in buono stato, sostituiscilo senza pietà con un ricambio moderno e affidabile.
Meglio non rischiare che il "nuovo" trasformatore faccia la fine dell'originale.

Saluti

Gian Lorenzo






Re: Philips Praludio

Tante grazie per le risposte.