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L'angolo (Radio)Tecnico

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Re: Attenzione AMIANTO

Re: Attenzione AMIANTO

Ne parliamo anche noi:

http://www.leradiodisophie.it/Sicurezza.html

Prudenza!!

Re: Attenzione AMIANTO

La prudenza è d'obbligo, la pericolosità dell'amianto è certa e indiscutibile.
Ma non è il caso di spaventarsi troppo... Se lo hai solo toccato, non rischi praticamente nulla.
Per quanto ne so, il contatto tattile con l'amianto non sarebbe pericoloso, se non tendesse praticamente sempre a sbriciolarsi liberando fibre e polvere.
Il pericolo nascerebbe esclusivamente dall'inalazione delle fibre e della polvere di amianto, anche se poca e invisibile.
Confesso che non ho mai approfondito l'argomento come forse avrei dovuto.
Ma è praticamente impossibile, a meno che non lo si faccia per professione: sull'amianto è stato scritto molto, anzi, troppo. Talvolta rassicurando, più spesso invece con toni che il buon senso mi porta a definire allarmistici.
Ad esempio, ho letto più volte che che "inalare anche una sola volta e in piccole quantità delle fibre (o polvere) di amianto determinerebbe, anche se in tempi lunghi, l'inevitabile insorgenza del mesotelioma".
Questo mi pare eccessivo, anche se non ho elementi concreti per confutarlo.
Se fosse davvero così, l'umanità intera sarebbe condannata, salvo forse i nati dopo gli Anni Ottanta dello scorso secolo!
L'amianto era dappertutto e si lavorava senza alcuna precauzione: non è pensabile che qualcuno di noi più "vecchi" non abbia respirato polveri di amianto ben più di una volta, anche se inconsapevolmente e se non lo ricordiamo.
A quanto pare, dunque, dobbiamo preparaci tutti a "gestire" il venturo mesotelioma? Sarebbe un'emergenza sanitaria senza precedenti. Se è davvero così, che lo si dica chiaramente!
Preferisco credere che nessuno sia ancora riuscito a stabilire davvero una relazione quantitativa fra l'inalazione di fibre d'amianto (quantità e frequenza) e mesotelioma.
Ma mi guardo bene dal dubitare che una relazione vi sia... è provata, e più che a sufficienza!

In generale, approvo in pieno le raccomandazioni di Leonardo: tutte equilibrate e mai "terroristiche", senza inutili eccessi.
Ma confesso che mi sono concesso qualche "deroga personale"...
Bé, all'età di sette anni ho giocato allegramente per ore nel polverone sollevato dagli operai che tagliavano delle lastre di "Eternit" per cosruirie una tettoia... e ricordo anche altri episodi "minori" di esposizione all'amianto.
Spero dunque che Leonardo non si preoccuperà troppo nell'apprendere che tengo una CGE 195 "Supergioiello II" proprio sul comodino, nonostante abbia all'interno un foglio di amianto!
Molti anni fa l'avevo impregnato con "flatting" molto diluito e applicato in più riprese ma non credo affatto che a lungo termine garantisca la stabilizzazione. Forse l'unico effetto certo e duraturo che ho ottenuto è un leggero odore di vernice che ancora oggi si sprigiona ogni volta che faccio funzionare la radio...
Di certo, se dovessi ammalarmi di mesotelioma (facciamo gli scongiuri!), non incolperò la povera CGE.

Saluti

Gian Lorenzo

Re: Attenzione AMIANTO

La relazione dose-risposta tra esposizione ad amianto ed incidenza di mesotelioma non prevede una soglia, ossia una dose al di sotto della quale non si registra un effetto. Studi di coorte molto ampi hanno mostrato che l'effetto nocivo e' osservabile anche a dosi bassissime, molto al di sotto di qualunque normativa. Da cui la conclusione, supportata anche da evidenze fisiologiche e dalla quasi inalterabilita' fisico-chimica del materiale inalato, che anche una singola fibra puo' provocare l'insorgenza del mesotelioma.

D'altro canto, la relazione dose-risposta prevede un incremento della frequenza di malattia in relazione lineare con l'intensita' cumulativa d'esposizione e proporzionale ad una potenza del tempo trascorso dall'inizio dell'esposizione stessa.

In altre parole: esposizione molto intense (tipicamente professionali) e giovanili, prolungate, conducono con alta probabilita' al mesotelioma. Le persone sottoposte ad esposizione molto bassa o del tutto occasionale e per breve tempo muoiono solitamente di altre patologie molto prima che il mesotelioma possa insorgere.

Re: Attenzione AMIANTO

Con la mia risposta volevo per l'appunto stimolare la reazione di qualcuno che avesse approfondito l'argomento.
L'intervento di Marco Gilardetti supera nettamente le mie aspettative e lo ringrazio vivamente.
Mi compiaccio di rilevare il suo alto livello di preparazione e l'impeccabile rigore anche in campi che non sono di specifico interesse per i frequentatori di questo forum.
Le parole di Marco Gilardetti sono una sostanziale conferma di quanto ho appreso a suo tempo domandando lumi ad amici medici e biologi.

In genere non accetto come verità assoluta gli esiti finali di studi anche autorevolissimi se non ho le informazioni e le conoscenze di base necessarie per valutarli personalmente. In parole povere, prima di fidarmi voglio almeno leggere come si è pervenuti a questi esiti.
In altri campi mi è stato abbastanza facile, grazie a una discreta conoscenza della statistica ma soprattutto all'aver potuto esaminare materiale "di prima mano".
Sull'argomento "rapporto fra esposizione all'amianto e mesotelioma", invece, non sono mai riuscito ad orientarmi in autonomia, forse perché non ho mai avuto accesso ai relativi studi ma solo a relazioni troppo generiche e a testi divulgativi.
Ho solo potuto trarre la conclusione - ma niente di più preciso - che questo rapporto esiste e non è affatto una mistificazione.
Mi permetto dunque di affidarmi alla gentilezza di Marco: gli sarò molto grato se vorrà indicarmi con esattezza le fonti "primarie" cui io possa attingere per approfondire.


Saluti

Gian Lorenzo

Re: Attenzione AMIANTO

Purtroppo le fonti, come sempre, sono in linguaggio scientifico epidemiologico e richiedono una preparazione specifica per essere comprese a fondo e non solo nelle linee generali. A prescindere da cio', direi comunque che la fonte ragionata primaria e' la monumentale monografia IARC numero 14, "Asbestos", naturalmente in lingua inglese, che non fara' fatica a trovare in qualche biblioteca universitaria. Qui il forntespizio, dal sito della IARC:

http://monographs.iarc.fr/ENG/Monographs/vol14/volume14.pdf

Un testo secondo me fondamentale per una comprensione piu' alla portata di tutti e' la motivazione della sentenza del processo contro Schmidheiny - De Cartier, meglio nota come "sentenza Eternit di Casale Monferrato", perche' il Presidente Casalbore ha fatto secondo me un lavoro strepitoso nel rielaborare e riepilogare quanto atttestato nelle perizie depositate dai consulenti (Mirabelli, Magnani, Barone-Adesi e altri, tutti ricercatori a fianco dei quali ho la fortuna di lavorare). Val la pena leggerla tutta anche solo in memoria dei lavoratori (e non lavoratori come mogli, semplici concittadini...) dell'amianto deceduti a causa delle riprovevoli condizioni di lavoro negli stabilimenti Eternit: ci sono decine di testimonianze che, purtroppo, parlano fin troppo chiaro. Da qui si dovrebbe poter scaricare il testo completo:

http://www.linkiesta.it/sentenza-eternit-ecco-le-motivazioni

Se ha qualche domanda specifica, comunque, ben volentieri.

Re: Attenzione AMIANTO

Ero certo di avere un pronto riscontro!

In quanto alle motivazioni della sentenza...
Ho appena finito di rileggerle, anche se solo nelle parti attinenti alla discussione.
A suo tempo le lessi tutte con infinita pazienza anche perché, diciamo così, non mi sono del tutto ignoti alcuni dei nomi coinvolti.
Purtroppo avevo perduto il "file" (.... ahimé, insieme a molti altri!) e ringrazio moltissimo per avermi fornito il "link".
Concordo pienamente sull'eccellenza del lavoro svolto dal Presidente Casalbore, ne rimasi stupito io stesso...
Il testo è senz'altro "leggibile da chiunque" o quasi ma non lo definirei alla portata di tutti: ricorre comunque (e direi inevitabilmente) a termini "tecnici" di cui non tutti conoscono il significato, per lo meno non con esattezza.

Non immaginavo di imbattermi in un interlocutore di questa statura e non me ne vorrà se approfitto ancora dell'imperdibile occasione...
Se lo desidera, per non abusare (letteralmente!) di questo "forum", potrà rispondermi in privato per posta elettronica.

Premetto e ammetto che questa sentenza è stata la mia fonte d'informazione primaria sull'argomento.
E' essenzialmente la base su cui mi sono formato le opinioni espresse nel mio intervento precedente.
Credo sia doveroso precisare che non ho nessun dubbio sull'opportunità della sentenza di colpevolezza.
Tanto meno sulla pericolosità dell'amianto, per altro già accertata da decenni.
Mi paiono inconfutabili i rischi derivanti da esposizione professionale o ambientale. Definirli rischi sembra perfin poco...
Se ci accontentiamo di una valutazione qualitativa, non serve nemmeno ricorrere a studi epidemiologici e modelli statistici particolarmente raffinati: la risposta emerge in tutta la sua crudezza già solo esaminando con un minimo di buon senso i dati grezzi (almeno di questi ci dobbiamo fidare!) o, più semplicemente, "la realtà dei fatti".
Ho molti dubbi, invece, su qualunque conclusione riguardi gli effetti di un'esposizione occasionale e di bassa intensità.
Per ragioni che mi paiono abbastanza evidenti, sono molto meno facili da studiare.
In particolare, credo che sia praticamente impossibile valutare l'ipotesi (pur lecita e dignitosissima) che anche una sola fibra di amianto inalata provocherebbe sistematicamente il mesotelioma dopo un periodo di latenza molto lungo (...salvo preventivo decesso per altra patologia).
Ho volutamente espresso il concetto in modo estremizzato e "banalizzato" per sottolineare la mia perplessità.
Qualcuno è riuscito a dimostrarlo? Se sì, come e con quali risultati?
Allo stato attuale, da quanto si evince, non sarebbe che un'ipotesi, unanimemente "accettata ma non accertata" in ambito scientifico.

E' essenzialmente questo che avrei piacere di approfondire.

Quando lessi per la prima volta questo documento, chiesi ragguagli su questi aspetti poco chiari a due amici , un medico e una biologa.
Più o meno queste le risposte (non rigorosissime, generiche e un poco deludenti... ma così mi furono date!) :
- possiamo ritenere che aver inalato fibre di amianto in piccole quantità una sola volta nella vita, oppure all'incirca una volta ogni dieci anni, non comporti rischi.
- esposizioni ripetute anche a picccole quantità, ad esempio una o due volte l'anno, rappresenterebbero già un rischio significativo di sviluppare il mesotelioma dopo un lungo periodo di latenza.
- è fuori dubbio che il rischio di mesotelioma e di altre partologie correlate all'amianto cresca in relazione alla dose assunta e alla frequenza dell'esposizione.

Ringrazio anche per avermi indicato la monografia IARC sull'asbesto.
Vivo a Milano e credo che mi sarà facile reperirla.
Non è un problema che sia in inglese, lingua che uso regolarmente per lavoro (molto più dell'italiano!).
Né mi spaventa il linguaggio scientifico: ho una buona preparazione matematico-statistica (forse un poco arrugginita per non averne fatto uso in questi ultimi anni), un po' meno sulla terminologia più specificamente medico-epidemiologica ma è un limite che ho superato egrergiamente in altre occasioni.
Per esperienze precedenti, però, credo di sapere in che cosa mi imbatterò...
Non per niente ha sottolinato la "monumentalità" dell'opera!
Diciamo che non mi preoccuperei se dovessi consultarla per motivi professionali, di certo mi sarebbe concesso tutto il tempo necessario.
Questo però è un caso di interesse personale e perciò rimanderò a una stagione più... propizia.

Grazie ancora,

Gian Lorenzo

Re: Attenzione AMIANTO

L'argomento della singola fibra e' abbastanza pernicioso, tant'e' che e' quello che la difesa di Schmidheiny e De Cartier ha tentato di cavalcare. Esso deriva dall'osservazione che, in coorti sufficientemente ampie da poterne rilevare l'effetto, anche ad esposizioni veramente minime si osserva comunque un aumento dell'insorgenza del mesotelioma (dopo una certa latenza, eccetera eccetera).

Più si scende in basso nei livelli di esposizione, comunque un aumento dell'insorgenza del mesotelioma e' osservato (se il numero di esposti e' sufficientemente elevato da consentire un'osservazione statisticamente significativa).

Quindi: qual e' la carica minima di fibre necessarie per far insorgere un mesotelioma? Questa e' la domanda a cui tutti vorrebbero sentirsi rispondere con precisione: "stai tranquillo, hai inalato solo 14 fibre, il tumore scatta a 15". Ma naturalmente le cose non vanno in questo modo: come mostrano gli studi non c'e' veramente una soglia minima, ossia non esiste una ragione ne' osservazionale ne' eziologica per cui, almeno potenzialmente, una fibra sola non sarebbe in grado di far insorgere il mesotelioma mentre invece due, tre o quindici fibre si'.

Fortunatamente, pero', sull'altro piatto della bilancia c'e' una relazione dose-risposta molto evidente, per cui chi ha avuto esposizioni di basso livello ha un rischio parimenti non elevato di contrarre la malattia.

Inoltre vi sono dei processi fisiologici di eliminazione delle fibre inalate, per cui piu' ci si allontana temporalmente da un'esposizione anche intensa, piu' il rischio di contrarre il mesotelioma si normalizza.

Quanto detto e' (piu' o meno) sintetizzato nelle "tre frasi" che ha riportato. Personalmente correggerei la prima sostituendo il "non comporti rischi" con "comporta rischi molto bassi", anche se il senso resta all'incirca lo stesso.