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L'angolo (Radio)Tecnico

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Re: Consiglio su scala parlante

Buongiorno a tutti,
l'idea delle stampanti su vetro o plexiglass è recentissima, almeno per me: viene da un mio cugino che è stato mio ospite pochi giorni fa.
Si occupa di fotografia a livello professionale e si discorreva fra noi di certi lavori molto particolari che esegue: altrimenti, come semplice fotografo avrebbe già chiuso i battenti da tempo.
Non ha una di queste stampanti ma per alcuni prodotti si rivolge a un laboratorio grafico che na ha una (esempio: quando qualcuno vuole realizzare degli oggetti in vetro o plexiglass con la fotografia dei propri bambini o delle nozze).
A sua detta, potrebbe servire egregiamente per il nostro scopo (senz'altro meno "kitsch" di quelli nominati sopra) ma non si vuole pronunciare definitivamente senza prima aver valutato gli esiti di qualche prova.
Appena possibile, e temo sarà fra qualche mese, voglio recarmi sul posto (ripeto, 850 km circa da casa...) con alcune scale da riprodurre.
Questo non tanto perché non ho più uno scanner funzionante quanto per giudicare il più oggettivamente possibile e "dal vivo" l'intero processo, valendomi solo di attrezzature di un certo livello anche per la scansione.
So già che la stampa del colore bianco non sarebbe un problema.
E mi sento di prevedere che il risultato, per cattivo che fosse, supererebbe di gran lunga la stampa su lucido.

Per quanto riguarda la serigrafia, confermo anch'io che i laboratori esistenti si tirano indietro quando chiediamo di riprodurre una scala per una radio. Non concordo invece che sia solo per la poca voglia di lavorare.
Possiamo anche tentare di allettarli con la prospettiva di ulteriori rifacimenti, eventualmente mentendo sulla garanzia di volumi discreti e costanti.
Ma sta di fatto che per ciascuna scala chiederemmo un singolo pezzo, due al massimo.
Dovrebbero presentarci un conto che ci farebbe passare la voglia di ripetere l'esperienza, anche se rispecchiasse in pieno il prezzo concordato. In altre parole, anche se ci dicessimo disposti a pagare il dovuto (per quanto irragionevole fosse), credo che temerebbero di lasciarci un cattivo ricordo.
Questa tecnica è adeguata se si vogliono "tirare" molti esemplari, ovviamente da collocare subito e non da lasciar giacere in un retrobottega per chissà quanto tempo.
Per un pezzo singolo o per un paio, i costi non sono giustificabili.
Per inciso, mi hanno appena riferito che il solo studio che avesse accettato di riprodurmi in serigrafia una scala per radio senza far troppe storie, ovviamente a prezzo tutt'altro che "popolare", non esiste nemmeno più...

Con le stampanti su vetro, invece, varrebbe quasi il contrario: mi pare lampante che sia una tecnica adattissima per realizzare singoli esemplari o piccolissime serie, mentre diverrebbe sconveniente per grandi quantità.

Riporto qui alcuni particolari sulla mia esperienza con i lucidi, omessi per brevità nel mio intervento precedente.
Delle due scale, quella "illuminata per rifrazione" e riuscita meglio (di un radiogrammofono Ducati, non ricordo il modello), ovviamente era "multicolore" e non conteneva nemmeno un puntolino di colore bianco. Aggiungo che avevo mantenuto volutamente i colori del lucido molto più saturi degli originali su vetro, oltre che di tonalità un poco alterata.
Nell'altra scala (di un apparecchio francese, ora non ricordo nemmeno la marca), quella riuscita proprio "malino", esistenvano invece anche delle scritte in bianco: l'avevo sostituito con un giallo-beige ambrato, un colore che ritenevo abbastanza compatibile con il bianco "invecchiato". Senza eccedere con i dettagli, l'esito era stato tutt'altro che soddisfacente. I lucidi sembrano poco adatti per i colori poco saturi.
Oltre a questo, le ampie parti nere non erano rimaste opache a sufficienza e in modo omogeneo (con problemi evidenti solo con la radio accesa), tanto che avevo provato sovrapporre due lucidi identici nel tentativo di migliorare la riuscita. Tentativo, appunto: pur lavorando con la massima precisione possibile, lo sfalsamento rimaneva tale da peggiorare la definizione complessiva, già appena sufficiente con un solo lucido.
Insomma, "sempre meglio che nessuna scala" ma proprio bruttina a guardarsi, specialmente con la radio accesa.
Aggiungo che da nessun vetraio avevo trovato lastre abbastanza sottili affinché in coppia non superassero lo spessore del vetro originale (presumo che oggi esistano solo degli spessori "standard"); le avevo recuperate da una vecchissima stampa incorniciata (credo di età secolare ma di scarso pregio) che avevo scovato nel solaio dei miei nonni. Bé, diciamo anche questo: nel tentativo di tagliare su misura i due pezzi che mi servivano per la "Ducati", per tre volte la lastra si era spezzata trasversalmente a lavoro quasi finito... Meno male che il vetro della cornice era di molto sovrbbondante!

La tecnica dei "trasferibili" a un primo esame mi era parsa interessantissima e molto promettente.
Già a suo tempo ne avevo letto molto (anche e soprattutto su RMorg, link suggerito da Marco), trovando abbastanza perché mi passasse la voglia di sperimentarla...

Dobbiamo valutare solo tecniche praticabili senza ricorrere né ad attrezzature specifiche e onerose che nessuno abbia già "in casa" per altri scopi, né a materiali "di consumo" costosi o difficilissimi da reperire.
Inoltre, potremmo considerare senz'altro metodi che richiedano molto tempo e grande pazienza, ma non abilità manuali da fine artigiano che pochi di noi - io per primo - possiedono.
E con queste considerazioni svanisce del tutto il sogno di "farsi le scale in casa", almeno se si vogliono dei risultati decenti!

Se mai, dobbiamo trovare qualche professionista che disponga di mezzi adeguati per riprodurre le scale a costo molto contenuto anche se realizzate in singoli esemplari.
E forse riusciremmo a dimostrargli che potrebbe garantirsi un profitto interessante, anche se relativamente modesto e discontinuo.
Non certo con la serigrafia, forse con la stampante su vetro o forse con altri sistemi non ancora identificati che lo sviluppo tecnologico potrebbe già offrire.

Vi farò senz'altro sapere della via "stampanti su vetro" ma confermo che non prevedo di sperimentarla a breve, non voglio alimentare troppe aspettative.
Se qualcun altro vuol provare a percorrerla e può sperare di valutarla in tempi più contenuti, ben venga, anzi, benissimo!

Perdonatemi per la mia consueta poca brevità.

Saluti

L.R.

Re: Consiglio su scala parlante

@ Glauco, guarda che non e' cosi'. Tu fai una grossa confusione tra sintesi additiva e sintesi sottrattiva, tra radiazione elettromagnetica e la sua riflessione, e tra campo elettromagnetico e la sua decodifica e percezione da parte del cervello. Mescola pure tra loro i colori, e il bianco non lo otterrai MAI. Prova pure per credere.

@ Lorenzo, riguardo i serigrafisti della mia zona resto della mio opinione, e vorrei spiegarti perche'. Punto primo: se io dico a un serigrafista che mi serve una serigrafia in pezzo unico e che sono diposto a pagarla anche molto cara, sta a me decidere se ne vale la pena, non a lui. Lui deve solo spararmi la cifra. Quanto fa, mille euro? Diecimila Euro? Se io gli dico: << fammela, ti pago in anticipo >> che gliene frega a lui di fare un unico pezzo a prezzi folli se io sono, per ragioni mie insindacabili, disposto a pagarlo come una piramide egizia? Il punto e' che non si e' mai nemmeno giunti vicini ad un preventivo. Tra e-mail inevase, telefonate rimbalzate da commessi a mogli che pero' non sanno niente del lavoro del marito a guardiani notturni e via dicendo, tra promesse solenni di risentirci e incontrarci e una balla e l'altra, alla fine non si e' mai giunti ad appuntamenti reali e a parole concrete. Solo vapore acqueo. Tutto l'ambiente mi ha dato l'impressione di una trascuratezza, una arretratezza ed una approssimazione terribile.

Punto secondo: a loro dire, gli artigiani sono strangolati da una crisi terribile. << Non ce la fanno a pagare le tasse >>, dicono. Ebbene, sempre loro ci hanno rotto l'anima da che mondo e' mondo con la legge della domanda e dell'offerta, no? E' calata la domanda? E qual e' il problema? Basta migliorare l'offerta. E' matematico. Si lavora di piu' e a prezzi piu' bassi, facile no? Non muore mica nessuno. E' solo finita la pacchia del poco lavoro con tanto guadagno, delle villette al mare e del cambiare macchina ogni anno. Una volta si lavorava dal mattino alla sera per una fetta di polenta, figurarsi. Ci spaventiamo per un po' di lavoro?

Che mi porta al punto terzo: il non filarsi i clienti privati perche' ti danno poco guadagno con tanto lavoro. << Noi trattiamo solo con le aziende e con partite IVA >>. Ma che bravi! E allora sapete che c'e'? Che potete chiudere. Io nella realta' quotidiana torinese constato proprio quello: che chi e' disposto a farsi "il mazzo", a chi non fa schifo il lavoro, tira avanti benissimo e potrei fare esempi a centinaia. Chi invece sta li' ad aspettare che la FIAT gli telefoni per una commessa da un milione di pezzi su cui fare un ricarico mostruoso ha abbassato la serranda e suona la fisarmonica sotto i ponti gia' da un pezzo. Non mi sembra una lezione cosi' difficile da capire. Conosco cromatori che se gli porti *un* bullone della tua moto, adesso te lo cromano! Persino un colosso come la RS ormai ha fatto retromarcia e ha ripreso a vendere per posta ai privati. Ti spediscono anche ordini con dentro una sola resistenza da due Euro in croce. Son sempre soldi. E a te, o serigrafista, fa schifo lavorare per farmi una serigrafia in pezzo unico? E allora che ti devo dire? Stai pure li' di fianco al telefono ad aspettare che ti chiami Marchionne. Aspetta e spera. Che l'uomo-col-maglione intanto le serigrafie se le fa fare dai cinesi, che a quelli il lavoro non li spaventa mica!

Tornando in tema, provero' anch'io a chiedere a vari fotografi torinesi da cui abitualmente mi servo se offrono un servizio di stampa su vetro, e a quali costi. Mi pare una strada veramente interessante.

Re: Consiglio su scala parlante

Sto notando che diversi colleghi si son fatti fare una tazza (il "mug" all'americana) con sopra stampata una foto dei bambini o del cane o altre cose cosi'. Dev'essere una finitura abbastanza resistente perche' la tazza si puo' anche lavare. Mi dicono che a Torino ci sono negozi specializzati in gadget di questo tipo (magliette ricamate col nome ecc.) che eseguono la stampa su tazza con tiratura anche di un solo pezzo a un costo bassissimo.

Mi sembra un'idea promettente. Qualcuno ha idea se sia possibile usare lo stesso procedimento su un oggetto piu' grande e piano e di vetro (guarda caso avente la stessa sagoma di una scala parlante)?

Oppure si fa con una macchinetta apposta che stampa solo ed esclusivamente su tazze cilindriche?

Re: Consiglio su scala parlante

Buongiorno Marco,
non ne so di più ma non escludo che la tecnica possa essere la stessa di cui ho parlato.
Per quel che mi hanno riferito, praticamente tutte le stampanti professionali "su vetro" (ma adatte anche per altri materiali come la ceramica e il plexiglass) sono predisposte per lavorare anche su oggetti non piani, purché di geometrie cilindriche o comunque semplici come tazze, bottiglie e bicchieri.
Anzi, l'uso che dici (stampa delle foto di bambini e animali domestici su oggetti d'uso comune) sarebbe il più frequente.
Come avevo preannunciato, non ho ancora potuto approfondire.

Se però il servizio cui ti riferisci è offerto da chi stampa su tessuti, più probabilmente si tratta di una tecnica "a trasferibili".
Una via già praticata da altri (ma non da me) con buoni risultati per le scale, con limiti e complicazioni che ben conosci ma che a ben pensare sono difficilmente superabili solo se si esige di "far da sé" completamente.
Qualunque sia la tecnica, se costa poco e permette una definizione sufficiente, fa al caso nostro.
Non vedo ragione per credere che non vi si possa ricorrere anche per una lastra di vetro.

Se mai... Delle scale parlanti che si possono lavare tranquillamente? Un sogno!
Se la qualità fosse eccellente, verrebbe quasi voglia di sostituire perfino le originali in discreto stato! Quasi, è bene precisarlo.

Sono certo che contatterai chi ha realizzato gli oggetti che hai visto.
E sono ragionevolmente sicuro che ti riserveranno più attenzione e un trattamento migliore rispetto ai serigrafisti torinesi che avevi interpellato...

Speriamo! Non vedo l'ora che scompaiano i deludentissimi "lucidi" che si vedono sempre più spesso nelle radio d'epoca "in commercio".

Saluti

Lorenzo